Si dice che, dove oggi sorge la chiesa di San Pietro, sulla punta estrema della costa, molti secoli fa esistesse un tempio romano dedicato a Venere, la dea della bellezza e della sensualità che, Secondo la tradizione, era nata dalla schiuma delle onde e per gli antichi romani era anche propiziatrice di forza e vittoria.
Per questo motivo, sono molti i templi che vennero dedicati alla dea in tutta la penisola italiana sul mare, uno dei più noti è quello del Castello di Venere di Erice, “Venere Ericina”: anch’esso un luogo molto poetico, secondo la tradizione venne eretto da Enea, figlio di Venere per la divina madre, “sede vicina alle stelle”.
Osservando l’edificio dell’attuale chiesa di San Pietro, è facile immaginare che chi lo concepì sentisse il bisogno di opporsi alla forza della terra, all’energia delle onde, a volte così grande e potente contro quella costa rocciosa. Quasi non sembra una costruzione dell’uomo, ma sembra alzarsi da terra per salire verso il cielo, guardare lontano, fondendo natura e artefatto in un insieme armonioso, forte, audace.
Un piccolo miracolo di architettura che nell’era cristiana trasformò il mito in devozione per il santo che fu chiamato a fondare la Chiesa su una pietra e sul suo stesso coraggio: San Pietro. Ecco come Venere divenne San Pietro a Portovenere.
A Portovenere si può ammirare la vista della “Palazzata”, la successione di case colorate che definiscono il Caruggio e il lungo mare e che in passato hanno funzionato da muro di difesa del borgo marinaro.
Alcuni dei tramonti più suggestivi sul Golfo si ammirano da Portovenere ma anche guardando il borgo da lontano, per esempio dalla parte opposta del golfo, la punta di Lerici.