Piccola Massa dipinta – così la definì Giovanni Pascoli – mentre nelle parole di Montaigne il luogo era bello, belle strade, belle case e pitturate. Il Rinascimento aveva colorato di arancio le mura della città.
Nella città il Rinascimento lasciò il segno nelle decorazioni dei palazzi nobiliari adornati con affreschi, spesso con il tema degli agrumi, frutti che colora(va)no le miti vallate di questa parte di Toscana.
Fu soprattutto sotto il regno di Alberico Cybo Malaspina che le facciate dei palazzi di Massa iniziarono ad apparire decorazioni policrome realizzate con affreschi, graffiti e stucchi, così come accadeva contemporaneamente a Genova e Firenze, dove Alberico aveva rapporti famigliari diretti.
Così forse Alberico immaginava di avere una piccola Firenze o un piccola Superba nella sua sempre più ricca Massa, oppure le famiglie genovesi, tra cui i Doria, i Pallavicino, i Grimaldi e i Lomellini, che furono costrette a un temporaneo esilio nella città toscana a metà del Cinquecento in seguito ai moti del 1575 vollero riproporre qui un po’ dell’arte che colorava le strade della Repubblica marinara.
Di certo, fu un’epoca in cui la città di Massa era un piccolo ma vivace centro culturale e commerciale, che brillava di colori nelle sue case ma anche nelle sue vallate coltivate ad agrumi.